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27 Luglio 2024

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Vivere in una casa di Paglia

Abbiamo passato una giornata studio con Stefano Soldati, formatore, divulgatore, nonché abitante di case in paglia.

La paglia: cosa ti lega a questo elemento?

“Sono stato un agronomo per oltre 30 anni e seguivo i cereali, quindi la buona paglia, che viene da una buona terra. Dall’86 mi sono indirizzato all’agricoltura biodinamica e biologica per convertire grandi aziende nel mondo, viaggiando tantissimo. Nel 2000 mi sono dedicato alla Permacultura, dove ho incontrato le case in paglia, così ho fatto dei corsi nel Regno Unito con Barbara Jones, specializzandomi in progettazione, costruzione e insegnamento. Da allora ho realizzato 45 edifici in balle di paglia in tutto il mondo, collaborando con tantissime realtà: dall’università di Venezia alla Scuola di Pratiche Sostenibili di Milano, passando per l’Ecovillaggio GAIA a Navarro (Argentina) e il CAT in Galles (UK).”

Com’è vivere in una casa in paglia?

“Ci sono tantissimi pregiudizi, ma vedrai tu stessa, stando qui oggi, quali sono i vantaggi! E ti racconterò che è tutt’altro che qualcosa legato alla storia dei 3 porcellini… quanti ci hanno scherzato! Tanti temono il fuoco, o l’acqua, ma ti assicuro che sono paure infondate, se si lavora bene nel realizzarla. Questa casa ha retto a ben 4 esondazioni del fiume che abbiamo qui vicino. Certo, la casa va manutenuta, ma dal mio punto di vista significa averne cura. Molte abitazioni convenzionali di oggi sono “usa e getta”, hanno una durata limitata nel tempo. Non è quello che voglio per me, credo che tutti dovremmo riflettere su un cambiamento di stile di vita, che porti a un’effettiva sostenibilità dell’abitare. I muri fatti in paglia e intonacati con terra cruda o calce consentono una microventilazione che impedisce il ristagno di umidità. L’alto potere isolante porta ad avere un notevole risparmio nel riscaldamento/raffreddamento dell’edificio. Quindi è a tutti gli effetti una casa più sana ed economica nella gestione.”

Perché scegliere proprio la paglia?

“La paglia è un materiale fortemente sostenibile: è il sottoprodotto dei cereali come grano, orzo, avena, segale, riso, miglio ed è reperibile in tutto il mondo, in quanto questi sono alla base dell’alimentazione umana. È naturale e rinnovabile annualmente. Al contrario di quanto si possa pensare la paglia, coperta da intonaco, presenta un basso rischio di incendio. Diversi test hanno dimostrato che un muro in balle di paglia intonacato resiste alla temperatura di 1.010 °C per tre ore. Questo consente di sgombrare l’edificio e di intervenire agevolmente nello spegnimento del fuoco. La paglia offre una grande capacità di isolamento terminco e acustico a costi ridotti. La paglia è naturale e sana. Molti la confondono con il fieno (conservato in balle dal colore verde), che può dare allergie e febbre, ma è ben diversa! Il fieno è infatti erba, ricca anche di fiori quindi di pollini, che viene tagliata ed essiccata. La paglia invece (conservata in balle dal colore giallo) è lo stelo che sta sotto la spiga dei cereali. Per molti versi è simile al legno, ma ha di buono che costa meno, anche in termini di impatto ambientale (la pianta ha un ciclo vitale molto più lungo del cereale che nasce e muore, lasciando la paglia, in meno di 1 anno) e non ha parassiti: nessuno se la mangia, nemmeno i topolini, ve lo assicuro, soprattutto se ben protetta dall’intonaco! E’ un materiale traspirante che, abbinato a intonaci naturali (calce e/o terra cruda), contribuisce a mantenere il ricambio dell’aria all’interno dell’edificio. Una casa con i muri che permettono la permeabilità naturale al vapore (cioè la spontanea fuoriuscita dell’umidità dall’interno dell’edificio verso l’esterno) produce un benessere impagabile.

E’ anche una scelta etica: l’edilizia occidentale convenzionale richiede tantissima energia. 

Per essere prodotta una tonnellata di cemento ne libera altrettanta di anidride carbonica. La paglia, che non necessita di processi di trasformazione, incamera invece che produrre anidride carbonica (1 tonnellata di paglia arriva ad accomularne 2), quindi l’ambiente quanto ci guadagna. Hanno fatto una tesi di master universitario su questa casa e hanno verificato (quasi non ci credevo nemmeno io!) che l’insieme di tutti i materiali che abbiamo utilizzato (struttura in legno, tubazioni, impianti, etc), tolte le fondazioni che sono convenzionali, ha impiegato solo il 4% dell’energia che avrebbe richiesto una casa convenzionale in cemento armato. Sorprendente, non credi?”

Chiunque può costruire in balle di paglia?

“Costruire con la paglia è semplice, ma non banale… bisogna sapere come fare! Non è necessario essere muratori specializzati, ma ci vuole un buon progetto e tanta voglia di divertirsi, sporcandosi un po’! I miei migliori corsisti non sono geometri o architetti, ma sono agricoltori, che, proprio per questo, conoscono i materiali e sanno come maneggiarli.”

Ma da dove vengono le case in paglia?                           

“La tecnica nasce nella seconda metà dell’ottocento, in Nebraska (USA). La prima casa in paglia in Europa è stata fatta nel 1921, nella Francia del dopo guerra ed è ancora in piedi! Una casa in balle di paglia può durare per secoli se ben progettata e ben costruita. La paglia è un materiale durevole se conservato all’asciutto e protetto, da un intonaco, ad esempio (si pensi ai cesti di paglia ritrovati nelle piramidi egizie o nelle tombe etrusche). Dagli anni ’90 del secolo scorso Barbara Jones ha sviluppato ulteriormente la tecnica, adattandola alle esigenze climatico-ambientali del Regno Unito. Da allora si è diffusa tantissimo, anche in Italia: vicino a Bolzano c’è un agriturismo di 16 mt di altezza, tutto realizzato in paglia, gli ospiti sono così contenti che per andarci bisogna prenotare molto tempo prima.”

Parliamo dei costi: è conveniente?

“La paglia è considerata un materiale di scarto, quindi ha un costo molto basso. Costa meno se contattiamo direttamente il contadino che la produce e ce la facciamo imballare in base alle nostre esigenze. Grazie alla semplicità della tecnica di costruzione si riducono inoltre i costi per la manodopera. Ciò che costa maggiormente in una casa sono i progetti, gli oneri di urbanizzazione, i serramenti, gli impianti elettrici e idraulici, il tetto, ecc. Questi costano come nelle costruzioni convenzionali (la casa in paglia non è una capanna!). Può quindi costare meno di una casa convenzionale in mattoni, però dipende moltissimo dal progetto. Se progettata da chi sa lavorare con la paglia può costare attorno ai 900€/mq. Il fatto è che ci sono progettisti non preparati, che vengono dal mondo delle costruzioni convenzionali e, improvvisando, sovradimensionano la struttura, applicano piastre d’acciaio tra travi e pilastri anzichè lavorare con gli incastri, ecc. Tutto ciò va ad aggravare i costi di realizzazione che dovrà affrontare il committente. Questo è uno dei motivi per cui mi piace fare corsi: per sfatare tanti luoghi comuni e per divulgare le tecniche migliori, aiutando altri che come me, vogliono abitare in una casa veramente sostenibile. Il grosso risparmio dell’abitare in una casa in paglia, oltre al benessere di cui si gode, lo si ha nel tempo, per la riduzione dei costi per il riscaldamento. In confronto alle abitazioni moderne, questi costi possono essere ridotti del 75% all’anno.”

La nostra chiacchierata si conclude con una carrellata di fotografie che documentano la costruzione de “La Boa” dove Stefano vive e fa corsi da anni ormai, e la prima è un campo di orzo e lui lo indica dicendo “questa è la casa che mi sono coltivato”. Bellissimo!

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