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UN MESE IN GIARDINO: luglio/agosto

Succede regolarmente tutti gli anni c’è chi può e chi non può.

Chi può prepara le valigie, un’occhiata alle gomme della macchina, inserisce l’indirizzo della meta nel Tom Tom e via si parte per le vacanze attese da un anno.

Certamente il giardino è sotto controllo irriguo, l’impianto d’irrigazione regolarmente inserito, le batterie della centralina sostituite per non trovare spiacevoli sorprese al rientro.

Un leggero trattamento a rose ed arbusti con il migliore dei prodotti bio in commercio per prevenire infezioni fungine, è quanto basta per passare le vacanze in serenità.

Magari ci si affida per una controllata saltuaria al vicino, all’amica o al collega d’ufficio che parte il turno dopo. In questi casi il favore è ricambiato quando toccherà a lui riprendere in consegna il giardino dell’amico. Verrebbe da pensare ad una solidarietà verde nel nome del “…aiutiamole a sopravvive”.

Penso spesso che il nostro paese è leader mondiale nella solidarietà, ma non ha ancora istituito una Caritas del giardino, l’appoggio lì come idea, non si sa mai… Naturalmente c’è anche chi non può andare in vacanza. Le traversie che sta attraversando il nostro paese inducono buona parte di chi lo vive a soprassedere o a fare i conti della spesa.

Per fortuna il giardino è lì pronto ad accogliere lo svago e divertimento di chi non può concedersi mare o montagna.

In questo caso debbo dire che il rammarico di chi è costretto a rinunciare alla vacanza è viceversa per i giardini una fortuna poter essere assistiti durante il periodo peggiore dell’anno.

La siccità e il vento caldo, autentico flagello di Dio di questi due mesi, è prontamente rimediato dalle annaffiature nella tarda serata, un piacere che le bordure fiorite manifestano il mattino successivo.

Erbacee perenni come l’Echinacea purpurea, Rudbeckia nitida, Nepeta faassenii, sorridono con queste cure e in cambio riempiono di fiori l’intera estate.

Lavanda officianalis e rose tappezzanti la fanno da padrone arricchendo di blu e rosa piccole e grandi border. Non è sempre veritiero che nei mesi caldi il giardino va a riposo, personalmente lo paragono all’orto.

E’ proprio con le cure adeguate che si ottengono raccolti generosi e di qualità.

E già che l’argomento li collega vorrei proprio soffermarmi sull’orto o meglio sugli orti, che non sono più solo quelli del pensionato alla periferia delle. C’è chi pensa che si stia ritornando agli orti di guerra, tuttavia il piacere di portare sulla tavola lattuga, pomodori e melanzane coltivate con le proprie mani, costituisce un risparmio sulla spesa di tutti i giorni ed un aumento in termini di autostima in quanto alle proprie capacità di coltivare.

Per gli anziani addirittura l’orto in questi mesi diventa propedeutico, il solo pensiero di alzarsi il mattino di buon’ora per scalzare le patate o irrorare di verderame le melanzane, fa dimenticare i reumatismi o il male alle ossa. La ginnastica quotidiana è assicurata dall’uso giornaliero di zappa e rastrello. Per loro è un ritorno alla tradizione, riprendere gli esercizi orticoli che si praticavano negli anni 60. Mi piace frequentare questa gente, ascoltare le loro storie e i loro racconti durante le mattinate o i tardi pomeriggi, chini sulle zucchine o a rompere la crosta della terra perché traspiri meglio l’evaporazione. Sono occasioni ghiotte per chi vuol conoscere qualche segreto su come aumentare la produzione dei cocomeri o far crescere alla svelta i cardi per l’inverno.

Ho sentito parlare di orti sociali nella mia città e sono voluto andare per verificarne il contenuto. Debbo dire a onor del vero che la cosa mi ha decisamente sorpreso positivamente. Si tratta di autentiche aggregazioni con scambi di opinioni, di sementi, di malizie sulla coltivazione, una sorta di tribù indiana con il capo anziano che dispensa la sua saggezza orticola. Chi ha avuto l’orto a 70 anni ed ora ne ha 80 si fa accompagnare nel suo piccolo paradiso dalla badante, che diventa un’autentica attrazione per i colleghi. Geppino, un ex guardia municipale intorno ai settanta, mi ha detto che la presenza di queste badanti è una vera medicina sociale altro che pillole e sciroppi!

Ottavio, il più colto degli anziani, un ex funzionario statale, racconta a suo dire che un bicchiere di vino ogni tanto fa bene anche ai pomodori. Tra risate e allegria sembra star meglio anche la natura anche se si presenta vestita di cicorie e ravanelli. Dopo tutto il primo giardino dell’uomo non è forse stato l’orto?

LA PIANTA VEDETTE DEL MESE

Si tratta di una erbacea perenne insolita, la Rudbeckia nitida “Herbstonne” una margheritacea che assomiglia nella fioritura al topinabur con fiori gialli e vegetazione compatta che può raggiungere anche i due metri di altezza. La particolarità interessante di questa pianta, vista la sua dimensione fa sì che si possa sostituire ad un qualsiasi arbusto da fiore, in quanto è risaputo che fioriture copiose e continue durante l’estate a questa categoria di piante manca. La sua ubicazione nel giardino è consigliata come pianta focale all’interno di bordure alte o a tratti a ridosso di siepi miste. Da giugno a fine ottobre la continua ed ininterrotta fioritura gialla è la rappresentazione più esaustiva del colore dell’estate. Cresce su tutti i tipi di terreni e non è soggetta ad alcuna malattia.
Ama essere esposta in pieno sole.

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