Dicono che il Cammino per Santiago di Compostela può essere uno spartiacque nella vita di chi lo percorre. Forse sarà così. Per ora, se volete, condividete con me qualche ricordo e qualcosa che mi ha insegnato.
![Cammino di Santiago](https://www.bioesostenibile.it/wp-content/uploads/2023/04/045-1024x768.jpg)
E’ uno dei pellegrinaggi più antichi e conosciuti del mondo e in tanti lo fanno per tre principali motivi: mettere un po’ di ordine nella propria vita, incontrare persone o vivere nuove relazioni, come pellegrinaggio religioso. Io e mia moglie Maddalena, lo abbiamo fatto, soprattutto per celebrare e condividere la gioia della nostra unione e il nostro recente matrimonio; un viaggio di nozze inconsueto, che ci ha fatto sfidare, insieme, i nostri limiti fisici e mentali.
Un viaggio durato 33 giorni e oltre 700 km percorsi a piedi, che ci ha portato da Pamplona, prima sul Sagrato della Cattedrale di Santiago de Compostela e poi al Capo Finisterre, con alle nostre spalle il celeberrimo faro e davanti a noi solo l’oceano, incontrando persone di tutte le età e di tanti luoghi del mondo.
Tutti in cammino, con un bagaglio fatto solo dei propri pensieri, della propria energia e forza interiore e con addosso il peso di uno zaino, che insegna a ridurre la propria vita all’essenziale.
Accontentarsi di poco, prendersi il tempo di fare un lungo cammino, di sottrarsi al ritmo cadenzato o incalzante della propria vita, scoprire la differenza tra l’affanno del senso di scarsità che ci viene continuamente sollecitato nelle nostre vite, per riscoprire la gioia dell’essenziale e della condivisione, è il vero segno distintivo di chi intraprende il Cammino e lo percorre, a piedi, con qualsiasi tempo, per centinaia di chilometri.
Nella nostra vita fatta di smartphone e social, compressi dalla necessità di farci trovare e di proporre qualcosa di noi o di ciò che facciamo, è difficile porsi delle domande appassionate, domande che vadano dal profondo dei nostri sentimenti, verso lo spazio infinito della spiritualità. Se invece ti svegli all’alba, magari dopo aver dormito poco e male, rifai il tuo zaino, ti infili con cura infinita i calzini per evitare le temutissime vesciche, fai la prima delle 3 colazioni che farai cammin facendo e parti, con unico obiettivo materiale e pratico raggiungere la tappa della sera, scopri che la tua testa ha la possibilità di lavorare in maniera molto diversa.
![Cammino di Santiago](https://www.bioesostenibile.it/wp-content/uploads/2023/04/050-1024x460.jpg)
Non hai nulla da rincorrere, non hai altri impegni, nessuna riunione o telefonata di lavoro, non hai pagine social da sfogliare. Sei all’essenziale, con te stesso, senza compromessi, senza maschere da vestire per apparire diverso, senza bugie o sotterfugi.
Tu con te stesso, con le tue paure e limiti. Credimi: a volte può risultare perfino scomodo!
Ma poi, giorno per giorno, così come i tendini, i muscoli e le ossa, recalcitranti, si adattano lentamente alla fatica dei km, al caldo soffocante dell’estate spagnola, al vento freddo delle Mesetas, alle discese <matamulos> letteralmente <ammazza asini>, la tua testa e il tuo cuore si abituano a rifarsi carico di te stesso, della soma pesante dei rimpianti e dei rimorsi della tua vita.
Allora il Cammino compie il suo vero miracolo, lentamente allieva la fatica e il dolore e ti fa ripartire, zaino in spalla, ogni mattina. E nello stesso modo, con l’essenza ritrovata di te stesso, ti fa ripartire per i sentieri della tua esistenza con un passo più leggero e sicuro, che non ricordavi più di avere.
Poi, se vuoi, ti puoi anche appendere allo zaino “la Concha”, la conchiglia che distingue il pellegrino dal turista, ma è solo un gadget e noi abbiamo preferito fare come i pellegrini di un tempo, che la concha la raccoglievano alla fine del Cammino, con il cuore in festa e gli occhi pieni di lacrime, sulle spiagge dell’oceano.
![Cammino di Santiago](https://www.bioesostenibile.it/wp-content/uploads/2023/04/0169-web.jpg)
![](https://www.bioesostenibile.it/wp-content/uploads/2023/05/Cover-videoSantiago1-1024x611.jpg)
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