Le tecniche di coltivazione biodinamica si sono estese nel tempo anche al comparto vitivinicolo. Ecco perché oggi iniziano a divenire sempre più comuni e conosciuti i vini biodinamici! Sebbene ancora non vi siano dei riferimenti chiari e ufficiali alla viticoltura biodinamica, oggi la produzione di questi vini è già realtà, e segue rigorosamente i principi base del metodo biodinamico. Ma quali sono le caratteristiche di queste produzioni? Come si ottengono? In questo articolo passiamo in rassegna tutte queste domande, concentrandoci sulle declinazioni del biodinamico nelle pratiche di viticoltura.
Cosa sono i vini biodinamici?
I vini biodinamici, come suggerisce il nome, sono il frutto delle produzioni che seguono rigidamente i principi che stanno alla base delle coltivazioni biodinamiche. Nel dettaglio, questo ramo dell’agricoltura si fonda sul rispetto del corso naturale della natura stessa. Il biodinamico, infatti, fa riferimento alle fasi lunari e all’utilizzo delle risorse naturali in base ai periodi dell’anno. L’obiettivo è quello di far crescere piante sane in modo naturale, i cui frutti offrano la più alta qualità possibile. I vini biodinamici, quindi, sono il risultato di tutti questi principi e metodi, applicati alla coltivazione della vite.
Come si produce il vino biodinamico?
Il vino biodinamico si ottiene seguendo il ciclo naturale di crescita della vite e attraverso l’utilizzo di composti naturali. Questo metodo persegue l’obiettivo di favorire lo sviluppo di tutte le qualità della vite, dalla complessità dei suoi aromi, agli zuccheri: il risultato finale è un vino dal carattere fortemente deciso e con un gusto ben riconoscibile.
I processi di fermentazione vengono ottenuti senza l’aggiunta di lieviti esterni, a favore di lieviti unicamente ottenuti dalle uve provenienti dai vitigni.
Perché il concetto di biodinamico è diventato un trend Il vino biodinamico, per quanto non sia ancora regolamentato in via ufficiale, sta riscuotendo un successo crescente. I metodi biodinamici conferiscono al vino una maturità marcata, a seconda della mineralità della terra, del clima dell’annata, dall’aroma e dalla tipologia della pianta.
L’uva coltivata con questa tecnica è molto aromatica e dolce, ossia hanno quella caratteristica che in gergo tecnico si definisce “valenza maggiore”. Si tratta quindi di uve dall’elevata qualità, coltivate e curate secondo le fasi del calendario lunare che scandisce i tempi di coltura delle piante, della decantazione in cantina e dell’imbottigliamento.