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14 Ottobre 2024

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Agire e pensare positivo, per vincere l’ecoansia

Il nostro Pianeta, sta cambiando rapidamente. L’umanità, sembra accorgersene poco, se non quando è travolta da cataclismi, ma agire e pensare positivamente, è l’unica realistica opzione che abbiamo per dare a tutti un futuro.

Rassegnarci che il mondo stia andando a rotoli, è un modo ormai molto diffuso, di tirare a campare e vivere alla giornata. Questo modo di pensare e di NON agire, mi sembra si stia rapidamente diffondendo anche tra noi ambientalisti, transizionisti, consumatori consapevoli, persone attente e sensibili, ecc…

Potrà sembrarvi un po’ forte, ma credo che questo atteggiamento rassegnato, oltre a essere utile ai negazionisti del clima e ai politici superficiali e ignoranti, contribuisca negativamente al nostro futuro collettivo.

Ci sono molti validi motivi per essere stanchi, rassegnati e arrabbiati.

Dopo la pausa dovuta al covid, e a seguito delle conseguenze di una guerra voluta in Europa da chi gestisce e specula sull’energia (fiancheggiatori e fomentatori di entrambe le parti in guerra), in tutto il mondo è ripartita la corsa all’uso dei combustibili fossili. Rispolverando anche il peggiore di tutti: il carbone. Cina, India, e molti altri paesi in via di sviluppo, hanno guidato la nuova corsa al carbone, per sostenere le proprie arrembanti economie. Ma di certo le economie forti, non vogliono perdere posizioni in questa assurda guerra delle risorse e così il Fondo Monetario Internazionale ha calcolato che i combustibili fossili nel 2022 hanno ricevuto sussidi complessivi per 71mila miliardi di dollari pari a 13 milioni al minuto. Tutto questo nonostante le promesse di abbattere le emissioni che producono gas serra e di favorire le energie rinnovabili.

Ora il vero rischio riguarda l’impatto psicologico che le notizie sugli eventi estremi, conseguenti al cambiamento climatico, unite alle notizie di un mondo fatto di uomini e nazioni, costantemente in guerra o in competizione e per nulla disposti a collaborare per affrontare e risolvere le sfide che il cambiamento climatico ci pone, si traduca in una rinuncia a impegnarsi, in un richiudersi in se stessi e nel proprio piccolo mondo, vivendo alla giornata, perché tanto non c’è più niente da fare, lasciando che tutto il resto del mondo vada a rotoli.

Una nuova forma di depressione: l’ecoansia.

Un negazionismo che non nega la crisi climatica e le sue cause, ma nega che sia ancora possibile fare qualcosa per affrontarla.

La buona notizia è che la transizione energetica è in atto! Gli investimenti per attivare fonti energetiche non inquinanti rinnovabili sono in costante aumento in tutto il mondo. Le emissioni sono ancora in aumento, ma tutti possiamo adottare comportamenti sempre più efficienti e consumi sempre più attenti e sostenibili.

Dobbiamo essere consapevoli, che ridurre i nostri consumi, oltre ad essere un modello di vita più leggero e virtuoso, significa essere più felici liberandoci dalla schiavitù dell’iperconsumo e dello spreco.

Non si tratta di fare sacrifici, ma di rinunciare consapevolmente, al superfluo.

Media e pubblicità, spesso enfatizzano quelle notizie che servono a vendere di più.

In questo modo, è facile che la nostra mente si faccia condizionare dalle paure che ci vengono indotte. Possiamo però avere una visione ottimista e agire di conseguenza ogni giorno, nei nostri ambiti personali e sociali.

Con la certezza che un mondo più green sarà anche un mondo più giusto, sano e pulito per tutti.

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