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Il tempo e il cambiamento

L’attesa è l’illusione. Vivere con una visione a tunnel: quel raccontarci che staremo bene SOLO QUANDO avremo tempo, soldi, cambiato lavoro, trovato il partner giusto, cambiato casa, saremo in pensione, saremo guariti da una malattia…

Vivere “in attesa di…” è una fatica incredibile, ti fa sentire l’affanno e il fiato corto.

In questa modalità non siamo presenti a noi stessi e alla vita, non stiamo vivendo la realtà, ma ce la stiamo raccontando, siamo nel sogno, nell’illusione del quando, del se…
Iniziare ad ascoltare il presente è crescere. Diventare adulti significa fare i conti con la frustrazione, il disagio, il dolore e una volta accolti, quando il respiro si espande e crea spazio nei nostri petti, quando si amplifica il sentire e la consapevolezza, possiamo iniziare a trasformare ciò che non sentiamo più allineato a noi.

Attraverso la pazienza non l’attesa. Sono due condizioni molto diverse. 

L’attesa ci blocca in una bolla, in uno stato indefinito di quando? La pazienza ci trasforma, apre il campo alla possibilità e ci porta in un contatto più intimo e vero con noi stessi e gli altri e quindi la realtà che stiamo co creando, la pazienza è fatta di una disciplina gentile e azioni allineate ai nostri intenti.

E poi ci sono altri due aspetti che contribuiscono a mantenere la fissità delle situazioni o il progressivo allontanamento dal mio esistere e sono rispettivamente la rigidità e l’importanza. Ogni volta che ci irrigidiamo su “io sono fatta così, ho sempre fatto così, hanno sempre fatto così in passato” mi sto proteggendo dal cambiamento e sto bloccando qualsiasi possibilità.

L’importanza è più sottile, è quella spinta continua ed egoica al non rinunciare, a stringere i denti, a perseverare sempre e comunque in un contesto o una situazione che ormai non è più per me.
Come ad esempio cambiare lavoro, immaginiamo di avere un ruolo, essere una cuoca, una manager, un idraulico… Questo mi definisce e mi fa sentire “qualcuno”, ma se mi ascolto e sento una costante fatica in questo ruolo, un continuo crescere di stress e infelicità, forse è arrivato il momento di cambiare e accogliere che non siamo un ruolo, un’immagine, e che se fare la manager piuttosto che l’ingegnere rende tanto orgogliosi genitori e ti fa sentire vista/o, ti da una sensazione di sicurezza e importanza, è forse arrivato il momento di sentire che sei importante per il semplice fatto che esisti.

La tua presenza è preziosa.

Darsi il permesso di esistere e sperimentare è una via di intima libertà.

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Questo corso non è una lezione teorica, ma un laboratorio esperienziale. È un invito a per-donarti, ovvero a fare un dono a te stesso: il permesso di essere felice, qui e ora.

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